venerdì 10 febbraio 2012

SIRIA E RUSSIA: SCACCO ALL'INTERVENTISMO USA

traduzione dell'articolo di Xavier Moreau apparso
il 9 febbraio 2012 sul sito
"Da Racak a Homs".

Le campagne militari americane si susseguono e si assomigliano tutte. Avevamo già ricordato la rassomiglianza tra le operazioni « Tempeste » nella repubblica serba di Krajina nel 1995 e « Jachère » in Ossezia del Sud nel 2008. Stessi obiettivi di pulizia etnica, stesso appoggio americano, stessa utilizzazione d' armi pesanti sopra le zone abitate per far fuggire le popolazioni civili. ma Vladimir Poutine e Dmitri Medvedev non sono Boris Eltsine e Slobodan Milosevic. La Russia ha colpito veloce e forte sorprendendo la NATO, che non credeva l'esercito russo capace d'uscire dalle sue caserme.

La problematica per gli americani in Siria è la stessa che in Kosovo. I loro alleati, composti da bande armate più dotate a terrorizzare la popolazione civile che a combattere contro truppe regolari, sono ad un passo dalla sconfitta. Nel 1999, l'intervento americano in Kosovo si fece in tutta fretta, poiché l’UCK era battuto. Per giustificarlo, William Walker, agente della CIA e capo dell’OSCE nella zona, fabbrica pezzo per pezzo uno « pseudo-massacro », quello di Racak. Davanti alla debolezza del dossier, il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia, attraverso la decisione della camera di prima istanza dell' 11 luglio 2006, rinuncerà ad utilizzare lo « pseudo-massacro » come accusa contro i 9 ufficiali serbi imputati di crimini di guerra. Ma nel 1999, poco importava allora ciò che avrebbe stabilito quel Tribunale internazionale sette anni dopo : l'essenziale è avere un pretesto.

In Siria il pretesto si chiama Homs. E' stato dato libero sfogo nella stampa occidentale, e al solo scopo di indirizzare e sviare l' opinione pubblica [1], a cifre deliranti, fornite unicamente da ONG filo-occidentali e dall' «esercito siriano libero». Vi è perfino da stupirsi che non si sia ancora parlato di stupri di massa, accusa immaginaria e ricorrente del Pentagono quando intende radere al suolo in tutta impunità un paese sovrano. L'esercito siriano sta conducendo la propria offensiva con successo contro gli oppositori e la situazione è dunque grave per il governo americano. Quindici anni prima, la Siria sarebbe da due mesi già un campo di rovine e il potere spartito tra la mafia e le bande islamiste, alleati tradizionali della politica estera americana. Come nell' agosto 2008, la situazione è questa volta differente per il governo americano. Sergei Lavrov ha preso il posto del troppo conciliant Viktor Tchernomyrdine e ha tutte le ragioni di sostenere Bachar El Assad. Questi è un alleato leale della Russia e non ha mai tergiversato come Milosevic o Gheddafi. E' inoltre l’occasione per la Russia di far rispettare il diritto internazionale e il principio della sovranità degli Stati, punti che sono al centro della sua politica estera. La Russia non può abbandonare Assad, sotto pena di perdere un alleato fidato.

La vera questione oggi è di sapere se gli Stati-Uniti arriveranno ad attaccare senza mandato dell’ONU. En passant ricordiamo che le operazioni militari americane in Irak contro Falluja furono ben più micidiali per i civili innocenti che la repressione siriana a Homs. Per non parlare del terrorismo fabbricato dai servizi americani per portare sciiti e sunniti ad autodistruggersi e così meglio dividere l’Irak. Ma poco importa. Il gregge belante dei giornalisti occidentali (ndt. francesi, nel testo originale) incolti ha dimenticato Falluja e, soprattutto, vuole dimenticarlo perché i crimini americani contro l'Umanità non esistono nella pseudo-cultura giornalistica occidentale (ndt: francese, nel testo originale).

Nel 1999 a proposito della Serbia, nessuno Stato aveva seriamente protestato contro il disprezzo manifesto del diritto internazionale del governo americano. Oggi, la situazione è differente. Militarmente in primo luogo. La pietra angolare d'un intervento americano è il bombardamento da alta quota di obiettivi civili in tutta impunità. La difesa antiaerea siriana potrebbe facilmente limitare questa impunità, come lo fece l'antiaerea serba nel 1999. Ugualmente, l'attacco a terra sarebbe anch'esso problematico, dato che l'esercito siriano dispone di parecchi sistemi d'armamento che potrebbero causare pesanti perdite ad un potenziale invasore.

Il governo americano ha poche alternative. Il martellamento mediatico ha mostrato i suoi limiti. Le reazioni sentimentali e lacrimevoli dei ministri occidentali sembrano piuttosto confermare a russi e cinesi che l’Occidente è a corto d'idee per far cadere Assad. Se gli Stati-Uniti fossero un attore internazionale provvisto di razionalità, potremmo allora predire l’abbandono del tentativo di destabilizzazione della Siria. La storia recente ha comunque mostrato che non è così. Gli Stati-Uniti sono presi nella morsa d'un puritanesimo fanatico dei repubblicani che proclamano, senza scherzare, che Dio creò l’America per dominare il mondo e il cinismo assoluto dei democratici, e che seguono ciecamente i precetti primari di Zbigniew Brzezinski. Ciò che è certo, è che oggi c’è la Russia di Poutine che sta mettendo in scacco il mondialismo americano e i suoi servitori. E là solo risiede la ragione dell'accanimento mediatico occidentale contro Poutine.

Xavier Moreau

1) precisiamo che le cifre provengono in realtà dal solo autoproclamato « Osservatorio siriano dei Diritti dell'Uomo », che ha base à Londra ed è diretto dai Fratelli Musulmani, che sono gli opponenti al regime di Damasco.