martedì 6 dicembre 2011

QUANDO I GANGSTER SI METTONO A DARE LEZIONI

Ambienti filo atlantici hanno iniziato ad accusare le autorità russe di brogli nella conta dei voti; e subito la Clinton ci si è buttata a pesce.
Non gli è andata giù che Putin e la sua linea politica abbiano vinto le elezioni legislative, non in maniera trionfale come nella precedente occasione ma comunque in modo netto; la metà dei voti, questo significa, al di là delle patetiche minimizzazioni dei lacchè della stampa "occidentale"; al 50% dei consensi di Russia Unita va aggiunto un altro dieci per cento degli alleati di Russia Giusta; il 10% dei nazionalisti di Zirinowski ed il 20% dei comunisti non camminano certo nella direzione laico-liberale auspicata dagli Usa e dai blogger da loro stipendiati.
Gli è andata male anche stavolta.
E' da settant'anni che gli Stati Uniti vanno cercando nella Russia (fin da quando era ancora sovietica) un partner commerciale privilegiato per costituire, insieme con essa ma da loro diretto, un duopolio mondiale al fine di controllare i mercati del globo.
Sono ben noti i finanziamenti che la rivoluzione sovietica ottenne da banche "diciamo" statunitensi; è meno noto il fatto che l'alleanza di Roosevelt e Stalin, oltre che finalizzata a schiacciare una Germania destinata a diventare forza economica di prim'ordine e che aveva rifiutato i metodi speculativi del commercio internazionale, era quello della nascita di un polo che controllasse il mercato mondiale a 360 gradi.
Roosevelt e la finanza americana ci contavano; gli statunitensi consegnarono a Stalin mezza Europa che le loro forze armate avrebbero potuto riprendersi in un batter di ciglia; non lo fecero perchè più importante della libertà dei popoli dell'est era coccolare il tagliagole georgiano che contavano di portare dalla loro parte: quella che intendeva impossessarsi del controllo globale dei mercati.
Peccato però che Stalin odiasse i capitalisti non meno di quanto aveva odiato i tedeschi e il nazionalsocialismo; e non se ne fece nulla.
Liquefatto il comunismo l'occasione si ripresenta e, paradossi della storia, gli Usa riescono nell'intento col nemico del giorno prima là dove avevan mancato in precedenza coll'alleato di una guerra sanguinosa; agganciano così la nuova leadership russa portandola nell'orbita del modello liberale; ma il progetto dura poco perché Putin gliel'affossa riservando allo Stato il controllo della sua economia.
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Nessuno è in grado di stabilire se in Russia qualcuno abbia barato nel conteggio dei voti; allo stesso modo in cui non possiamo giurare sul fatto che, nel 2004, il governatore della Florida, Jeb Bush, abbia o no manovrato per far risultare vincente nel suo stato, in maniera poi decisiva, il fratello demente e beone.
Siamo però in grado di affermare con assoluta sicurezza che gli Stati Uniti, da oltre cento anni, si comportano da gangster sul piano sociale, militare e internazionale; è assodato che per costituirsi come nazione ricorsero al massacro sistematico delle popolazioni indiane e acquistarono uomini di pelle scura strappati alle loro terre africane per farne schiavi.
Possiamo affermare con certezza che furono gli Stati Uniti, non la Russia sovietica, a praticare il massacro indiscriminato delle popolazioni tedesche e giapponesi (ma che causarono lutti tremendi anche a città italiane e francesi) con quello che Piero Buscaroli chiamò "l'olocausto dell'aria"; sicuramente erano anglo-nordamericani i gangster volanti che sparavano nelle campagne italiane uccidendo inermi contadini o pacifici ciclisti in un osceno e gratuito tiro al bersaglio; erano anglo-nordamericani i cacciabombardieri i cui piloti avevano scommesso su chi riusciva a buttar giù le due torri di Bologna; le mancarono ma rasero al suolo il vicinissimo Palazzo della Mercanzia; fuor di dubbio che fossero anglo-nordamericane le camionette militari che in Italia, per tutto il periodo dell'occupazione, travolsero, uccidendole e ferendole, migliaia di persone per la guida assassina dei loro autisti bambinoni perennemente ubriachi e ipervitaminizzati (sessant'anni prima della strage del Cermis) in una carneficina passata sotto silenzio e denunciata all'epoca da pochi (tra cui l'indimenticato Giovannino Guareschi nelle colonne del "Candido"); era sicuramente nordamericano il napalm gettato a tonnellate sulle foreste e sui villaggi vietnamiti; sono nordamericani i dollari e le armi fornite a Israele e che servono al massacro sistematico dei palestinesi.
Prima di ficcare il naso negli affari altrui ci spieghino chi ammazzò J.F.Kennedy, l'unico presidente cattolico e non massone nella storia degli Usa; smettendola di gabellarci il rapporto Warren dove si afferma che a sparare da due direzioni opposte fu lo stesso uomo e lo stesso fucile: una cosa del genere non sarebbe capace di farla neppure Rambo.
E si potrebbe continuare per altre mille pagine.

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