mercoledì 2 marzo 2011

"STATO" DI CONFUSIONE

Un'ordinanza emessa dal sindaco di Lampedusa, con cui si vietano bivacchi, assembramenti e deiezioni nei luoghi pubblici, motivata dai recenti massicci sbarchi di clandestini ha provocato la reazione della procura della Repubblica agrigentina; il p.m. ha immediatamente aperto un fascicolo a carico del primo cittadino prospettando a suo carico l'ipotesi di reato di "incitamento alla discriminazione razziale", poichè l'ordinanza era di fatto indirizzata agli extracomunitari, dunque a persone individuate in base alla loro origine etnico-geografica.
Ma a chi altri poteva mai essere rivolto un provvedimento del genere?
A meno di non ritenere gl'isolani adusi a bivaccare e a soddisfare i propri bisogni fisiologici in luoghi pubblici appare evidente che la misura adottata dal sindaco andava a soddisfare impellenti esigenze di profilassi e d'ordine pubblico, derivate dalla nuova ondata di sbarchi.
La ridicola iniziativa della procura della Repubblica di Agrigento fa il paio con le altrettanto folli decisioni di altre procure e di organi giudicanti di disapplicare la normativa penale sulla violazione dei decreti d'espulsione, determinando così l'inevitabile liberazione del clandestino.
Il caos è l'unica certezza che riusciamo a scovare sotto il cielo italiano.
Da un lato abbiamo una parte non trascurabile della magistratura la quale pretende di condizionare la politica, interpretando le leggi a modo suo e scegliendo quali reati perseguire e quali destinare alla prescrizione o all'oblio; è dall'epoca di "mani pulite" che il partito dei giudici ha assunto la configurazione d'un vero e proprio potere forte all'interno dello Stato; il "resistere resistere resistere" di Saverio Borrelli e degli altri procuratori milanesi fu un vero e proprio tentativo di golpe politico-giudiziario seguìto da una catena ininterrotta di inchieste contro Berlusconi e le sue aziende.
Le quali - intendiamoci bene - avranno tutte le colpe di questo mondo e saranno responsabili delle peggiori frodi e meritevoli di sacrosante punizioni ma nessuno puó negare che una giustizia cieca da un occhio NON è giustizia ma scelta politica.
Cooperative che godono di agevolazioni tributarie e che in realtá sono s.p.a. dissimulate, una banca centrale che tiene sotto scacco finanziario una nazione approfittando di assurde regole contabili di favore e che in tal modo sottrae al fisco e allo Stato decine di miliardi di euro ogni anno, l'evasione fiscale sui giochi d'azzardo telematici, un settore questo che vede gli schieramenti di destra e di sinistra dividersi una torta di centinaia di milioni di euro ogni anno; ecco alcune tra le tante belle inchieste che la magistratura, perfettamente al corrente di questi fatti, dovrebbe cominciare ad affrontare.
Iniziando a colpire senza sconti anche i piccoli reati; é da questi che si parte per arrivare a colpire il grande crimine organizzato. Il pesce grande ha necessitá del pesce piccolo e della sua rete di piccole ma diffuse clientele delinquenziali e semidelinquenziali; senza questo ossigeno che fa? Si mette a spacciare o ad estorcere direttamente lui?
Ma arrestare oscuri manovali del crimine non dá molta soddisfazione; molto meglio inventarsi un'ipotesi di reato contro un sindaco o spremere risorse, energie e personale investigativo per inchieste eclatanti e di risalto mediatico che, alla fine, come spesso s'è visto, partoriranno sorcetti.
Se la magistratura é divenuta un potere politico il governo, a sua volta, si é proprio recentemente esibito in una performance giurisdizionale, quella che ha visto la maggioranza votare, nel calderone del decreto "milleproroghe", l'interpretazione autentica - del tutto opposta a quella espressa dall'ultima sentenza della Cassazione civile che ancora una volta aveva bocciato le eccezioni di un istituto di credito - di una regola prescrizionale tesa a favorire il sistema bancario nelle migliaia di procedimenti instaurati dagli italiani per rientrare in possesso degl'illeciti guadagni che le banche avevano intascato frodando i propri clienti e le regole del codice civile.
Magistrati che fanno politica, parlamenti che emettono sentenze, governi che non governano.
Non c'é che dire, l'anno di celebrazione dell'unitá d'Italia comincia sotto i migliori auspici.

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