lunedì 12 aprile 2010

LA PAZIENZA DEGLI ALTRI

"Si rischia di perdere la pazienza" queste le parole pronunciate da Riccardo Pacifici, presidente della comunitá ebraica romana di fronte alle pretese affermazioni - e all'altrettanto pretesa smentita, poiché diramata con un comunicato della CEI - provenienti dal Vescovo emerito di Grosseto monsignor Giacomo Babini ed apparse in un'intervista comparsa sul sito "Pontifex" .
Che cosa sta facendo perdere la pazienza al signor Pacifici ?
La convinzione, espressa dal Vescovo, che ad orchestare lo scandalo della pedofilia contro la chiesa siano " i nemici di sempre del cattolicesimo, ossia massoni ed ebrei...ritengo che sia maggiormente un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza. In fondo storicamente parlando i giudei sono deicidi...le Scritture lo dicono bello chiaro... la loro colpa fu tanto grave che Cristo premonizzò quello che sarenne accaduto loro con il 'non piangete su di me ma sui vostri figli' ...la veritá é che il furore criminale nazista si scatenó per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono l'economia tedesca. Una tanto veemente reazione si deve anche a questo, la Germania era stanca delle angherie di chi praticava interesse ad usura".
Non intendo esprimere alcun commento alle opinioni espresse da monsignor Babini.
Vero é che la Chiesa Cattolica é sotto attacco; questo fuoco di sbarramento contro la sua autoritá e contro la stessa persona di Benedetto XVI non nasce per caso ma é sicuramente opera d'una strategia che si manifesta nel momento in cui la Chiesa pare (sottolineo pare) intenzionata a recuperare qualche metro dei chilometri di terreno perduto negli anni precedenti quando il pentimento, le scuse e l'autoflagellazione per gli "errori" del passato sembravano costituire il succo del suo messaggio pastorale.
Ma piú che le affermazioni del vescovo trovo interessante la risposta del presidente della comunitá romana.
Le cui parole mi fanno tornare alla mente non remoti scenari, quando in Francia gruppi appartenenti alla confessione religiosa dello stesso tipo di quella rappresentata nella capitale dal signor Pacifici "perdevano la pazienza".
L'elenco di queste "esondazioni" dagli argini della calma sarebbe lungo da scrivere e ci limiteremo perció a ricordarne le piú significative, tra le centinaia registrate dalla cronaca e dai rapporti di polizia.
- 2 novembre 1976 e 18 marzo 1978: attentati esplosivi rivendicati dal "Groupe du souvenir juif", il primo all'abitazione di Jean Marie Le Pen che causa la distruzione del palazzo e sei feriti, tra cui un bambino; il secondo provoca la morte di François Duprat, vice presidente del Front National ed il ferimento grave della moglie.
- 9 dicembre 1979: attacco della O.J.D. (organizzazione ebraica di difesa) all'interno dei locali dove si svolgeva un convegno del G.R.E.C.E. - Gruppo di ricerca e di studi per la cultura europea; un centinaio di individui, armati di mazze distruggono gli stand e tentano di penetrare nella sala dove si svolgeva la conferenza; una cinquantina di persone, tra cui donne e bambini, rimangono ferite; gli assalitori arrestati dalla polizia saranno rilasciati la sera stessa su intervento del deputato centrista Jean Pierre Bloch, ebreo.
- 19 settembre 1980: un commando dell'O.J.D. assalta il palazzo di Giustizia dove si sta svolgendo un processo a Marc Fredriksen responsabile della F.A.N.E - Federazione di azione nazionale ed europea. Sei nazionalisti presenti al processo rimangono feriti, di cui due in maniera grave; esattamente un anno dopo, il 18 settembre 1981, un commando di 250 membri dell'O.J.D. e della L.I.C.R.A. interrompe un processo penale intentato da Pierre Sidos, presidente dell'associazione Opera Française al deputato Jean Pierre Bloch, aggredendo alcuni militanti nazionalisti.
- 3 ottobre 1980: la sera stessa dell'attentato alla sinagoga di Rue Copernic (quattro morti e 27 feriti) si scatena la caccia all'uomo che causa il ferimento di due militanti nazionalisti; nei giorni successivi si moltiplicano le aggressioni, nei licei e nelle strade contro militanti d'estrema destra tra cui si contano cinque feriti.
- 7 ottobre 1980: nel corso d'una imponente manifestazione di protesta contro la strage di Rue Copernic, due turisti stranieri vengono aggrediti e feriti; lo stesso giorno un uomo di 84 anni, residente a Neuilly, é sfigurato dal vetriolo che alcuni ignoti gli gettano in faccia; quell'anziano - Charles Bousquet - é peró vittima d'una omonimia poiché porta lo stesso cognome del direttore del giornale "Militant", Pierre Bousquet.
- 12 ottobre 1980: Marc Fredriksen e altri due suoi accompagnatori sono aggrediti da un commando composto da giovani ebrei; il presidente del F.A.N.E. riporta diverse fratture.
- Fine 1980. la O.J.D. organizza una conferenza stampa all'albergo Lutetia di Parigi; i militanti del gruppo proibiscono l'uso delle telecamere e mantengono l'anonimato; dichiarano che non esiteranno a procedere a spedizioni punitive ove se ne presenterá il bisogno (cosa che faranno in maniera sistematica).
- 29 gennaio 1981: Miguel Caignet, studente alla Sorbona, giá esponente della F.A.N.E. (che era stata disciolta dal governo) é aggredito da quattro uomini che lo pestano a sangue e gli gettano sul volto il contenuto d'una lattina di acido solforico che lo sfigura a vita e lo rende cieco. Una perquisizione subito effettuata a casa del proprietario dell'auto su cui i quattro s'erano dati alla fuga permette il rinvenimento di volantini e documenti dell'O.J.D. e del F.E.J - Fronte degli studenti ebrei - e una lista di persone da colpire. Le indagini della polizia permetteranno di accertare che il titolare dell'appartamento, Yves Aziza, aveva partecipato anche al vetriolaggio del pensionato Charles Bousquet.
Aziza viene peró liberato e, soltanto dopo che l'indagine é tolta al Commissariato che l'aveva iniziata efficacemente per essere affidata alla Squadra Omicidi e dopo la sua partenza per Israele, sará spiccato nei suoi confronti un mandato di cattura; Aziza sará poi condannato all'ergastolo in contumacia.
- 16 settembre 1989: il professor Robert Faurisson, storico revisionista, é violentemente aggredito nei pressi della sua dimora, a Vichy. Riporterá la frattura della mascella e la spaccatura di alcuni denti. L'aggressione, che sará rivendicata dal gruppo "Figli della memoria ebraica", é così commentata da Serge Klarsfeld, il "cacciatore di nazisti" ed esponente di spicco della comunitá ebraica: "Chi ha provocato per anni la comunitá ebraica deve aspettarsi questo tipo di cose...Non si puó insultare la memoria dei morti senza sopportarne le conseguenze".
E mi fermo qui perché continuando ad elencare farei mattina.
* * *
Lungi da me attribuire al presidente della comunità ebraica romana intenzioni anche solo lontanamente assimilabili a quelle messe in pratica dai suoi correligionari in quel di Francia.
Ma é un fatto che la sostanziale indifferenza che ha caratterizzato le azioni delittuose commesse dalla militanza ebraica in Europa e i crimini di guerra commessi da Israele in Palestina e, assieme con esse, l'assoluta sudditanza psicologica che i governi patiscono nei riguardi delle comunitá ebraiche hanno fornito agli esponenti di queste ultime un diritto quasi assoluto, di lanciare velate minacce sino a quello di pretendere veri e propri anatemi contro i loro supposti nemici.
E le parole da ultimo citate di Serge Klarsfeld, la dicono lunga sulla loro sostanziale impunitá, giuridica e politica e sulla consapevolezza ch'essi di tutto ció hanno.
Se così non fosse la marmaglia che, indisturbata, costrinse i magistrati del tribunale militare a chiudersi dentro la camera di Consiglio dopo il proscioglimento di Eric Priebke non avrebbe potuto - ancora una volta - impunemente imporre la propria volontá.
Ma oltre a rappresentare una prepotente ed usuale manifestazione d'arroganza (che fa rima con ignoranza) la dichiarazione del Pacifici rivela forse anche la presenza d'una certa febbriciattola nel mondo ebraico, quasi esso temesse una certa involuzione della propria capacitá di tenere sotto controllo certi meccanismi.
Hanno a che fare colla Chiesa, questa volta; non con qualche ingenuo estremista, non con qualche sgangherata organizzazione nazionalista.
E loro lo sanno bene.
Sanno che soltanto quell'istituzione di millenaria vita ed esperienza potrebbe - sol che lo volesse - rispondere loro per le rime e raffreddare i loro mai sopiti rancori.
Sanno che Santa Romana Chiesa non ha bisogno di alzare tanto la voce perchè basta la sua pazienza (che fa rima con prudenza) a farle raggiungere l'obbiettivo.
Ed allora, sotto questa prospettiva, le dichiarazioni dell'anziano vescovo piú che l'estemporaneo sfogo di un vecchio matto che ha perso la pazienza - perché poi non la perdono solo Pacifici e i suoi - potrebbero anche essere una "voce dal sen fuggita", un piccolo avvertimento fatto sapientemente filtrare, subìto smentito con tante scuse ma capace di dimostrare - o forse ancor piú - teso a mostrare che anche all'interno della Chiesa la temperatura si sta lentamente alzando.

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