giovedì 29 aprile 2010

PIAZZALE LORETO E DINTORNI

La vulgata antifascista ... anzi, chiamiamola col suo vero nome la disinformazione antifascista, ricorda incessantemente che Benito Mussolini, Claretta Petacci e i fucilati di Dongo furono appesi a testa in giù (con rituale tipicamente massonico...) a Piazzale Loreto per vendicare l'esecuzione, avvenuta nella stessa piazza otto mesi prima, di quindici partigiani.
Raccontiamola allora tutta questa storia.
Primavera 1944: la situazione a Milano é relativamente tranquilla; lo stillicidio delle uccisioni che aveva caratterizzato l'inverno 1943-1944 era cessato con l'annientamento della "1^ GAP" cui s'era aggiunto il parziale fallimento dello sciopero generale proclamato dal CLN Alta Italia.
L'antifascismo aveva così limitato le proprie azioni alla diffusione di volantini e all'organizzazione di riunioni clandestine nelle aree di periferia.
Fu proprio approfittando di questo periodo di relativa calma che il federale di Milano Vincenzo Costa e il podestá, nonché capo della provincia, Piero Parini misero in atto una serie di iniziative sociali; in primis la creazione del prestito "Cittá di Milano" che fu sottoscritto per una cifra pari a oltre duecento milioni di lire dell'epoca e che servì a risanare le casse del Comune.
Una seconda iniziativa fu l'istituzione delle mense popolari collettive.
Furono così organizzate dieci mense, ubicate nei punti nevralgici della cittá, grazie alle quali furono serviti con quotidiana regolaritá centinaia di migliaia di pasti caldi a prezzi modestissimi.
Il rifornimento delle derrate alimentari avveniva a mezzo di camion requisiti, a turno, negli stabilimenti industriali. Le colonne degli automezzi partivano così da Milano per la campagna, carichi di manufatti - stoffe, scarpe, articoli casalinghi - che venivano barattati con generi alimentari.
Questa iniziativa, che permise di sfamare fino alla conclusione della guerra una cittá come Milano, comportó anche numerose perdite tra i volontari che provvedevano all'approvvigionamento.
Sotto i mitragliamenti operati dai gangster volanti angloamericani contro queste colonne di rifornimenti caddero infatti 11 militi fascisti e tre operai.
Nel frattempo il GAP, agli ordini del partito comunista, aveva provveduto a riorganizzarsi e nel mese di giugno ricominciarono così gli agguati e gli attentati. Ed é proprio in questo clima che arriviamo alla data del 9 agosto.
Giá da alcune settimane i gappisti avevano notato che poco lontanto da piazzale Loreto, precisamente in viale Abruzzi, ogni mattina alcuni camion dell'esercito tedesco si fermavano e da lì partiva, organizzata da una decina di soldati, la distribuzione gratuita alla popolazione di frutta, verdura, pane e frattaglie.
Per interrompere il vincolo di simpatia che si stava così creando tra la popolazione e i tedeschi, i gappisti idearono la piú infame delle iniziative.
La mattina del 9 agosto, i camion tedeschi giá arrivati in viale Abruzzi, alcuni di questi eroici partigiani, mescolandosi tra la folla, riuscirono a collocare tra le ceste e le cassette alcune bombe ad alto potenziale, allontanandosi poi immediatamente.
Dopo pochi minuti si verificó una serie di terribili esplosioni: cinque soldati tedeschi e cinque civili morirono immediatamente. Altri quattro civili, tra i sedici feriti gravemente, morirono il giorno dopo.
L'intermediazione del cardinale Schuster e delle autoritá italiane presso il Comando tedesco riuscì soltanto a limitare il numero delle fucilazioni per rappresaglia: quindici detenuti antifascisti - rispetto ai cinquanta inizialmente preventivati - furono fucilati a piazzale Loreto.
* * *
La repubblica democratica nata dalla resistenza ha nascosto e tuttora nasconde le disgustose modalitá di quell'attentato, compiuto nel piú totale disprezzo della vita di persone civili.
Nessuno ha mai commemorato questi morti, nessuno ha mai reso omaggio a questi italiani figli d'un dio minore.
Neppure il centrodestra, che dovrebbe essere meno affetto dalla lebbra dell'antifascismo di professione e potrebbe, quindi, ricordare questi avvenimenti senza scopi di rivalsa ma con puro spirito di servizio alla veritá.
Ma sono dei vigliacchetti, perennemente sotto scacco, timorosi di perdere la loro rendita politica; non vogliono strepiti, contestazioni da "sinistra", accuse di "revisionismo" adesso che campano con la pancia bella piena.
Assomigliano ai capponi, che ingrassano perché gli hanno tolto gli attributi.

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