giovedì 10 febbraio 2011

SCURDAMMUCE O'PASSATO...

Il presidente Napolitano, nella pubblica commemorazione di oggi, dedicata alle vittime delle foibe, ha voluto precisare che "è giusto coltivare la memoria ma non bisogna rimanere ostaggi del passato, nè in Italia, nè in Croazia, nè in Slovenia".
Questa precisazione indica il grado di ipocrisia e di doppiezza morale di cui è infarcito il massimo rappresentante delle nostre istituzioni.
Ricordiamo le foibe peró non troppo; coltiviamo la memoria dei nostri italiani caduti in quelle terre ma senza esagerare.
Peccato peró che gli "eventi laceranti del passato" di cui non bisogna essere "ostaggi" ancora pesano sul presente: decine di migliaia di famiglie istriane e giuliano-dalmate, scappate in Italia dopo la guerra per non dover subire la miseria comunista furono poi espropriate dal governo titino di tutti i loro averi, case, officine, terreni.
E reclamano, invano, da sessant'anni il riconoscimento dei loro sacrosanti diritti: un indennizzo per il furto subìto; ma l'unica risposta della repubblica antifascista é stata la concessione di pensioni di guerra ai partigiani titini - che combatterono dalla parte giusta, ovviamente - mentre i militi della Repubblica Sociale - che difesero col sangue i confini orientali e quindi erano dalla parte sbagliata, ossia quella opposta rispetto al presidente Napolitano ed ai suoi amici, camerieri degli ex padroni sovietici - dopo la fine del conflitto si videro conferire le medaglie della fame, della disoccupazione, della disperazione quando andò bene, quella della persecuzione e della vendetta quando andò male; mentre i profughi scappati dalla furia slava vivevano in miseria dispersi in tutta l'Italia.
Mi fanno ridere quelli che dicono - ed in special modo quelli della parte nostra: basta nostalgismi, basta guardare indietro, conta solo il futuro.
Ragionano come Napolitano che dice così perché del suo passato ha di che ben vergognarsi.
E Slovenia e Croazia ringraziano perché di pagar dazio non ci pensano minimamente.
E, comunque, chi mai potrebbe volere vendette? Se anche uno le cercasse con chi se la potrebbe prendere se non con qualche rottame scampato alle statistiche della durata media della vita.
Non vendetta ma giustizia sì! giustizia vera, quella che non si prescrive mai e che impone, come diceva una massima del diritto "suum cuique tribuere", a ciascuno il proprio.
Non si possono resuscitare i morti, nè processare - oggi men che meno - i responsabili delle stragi (ci provò una quindicina d'anni fa un onesto e coraggioso pubblico ministero romano lasciato solo dalle istituzioni che non volevano grane); peró chiedere ed ottenere che chi s'é appropriato di cose altrui ne restituisca il corrispondente valore, quello sì; o anche questo significherebbe essere "ostaggio del passato"?
L'italietta nostra, timorosa imbelle ed insipiente, ebbe un' ottima occasione per regolare onestamente i conti ancora in sospeso: nel 2004 la Slovenia entró nella comunitá europea; al nostro governo sarebbe bastato opporre un consenso condizionato al riconoscimento delle ragioni economiche dei nostri esuli; sarebbe stato un atto di giustizia per i suoi figli derubati e un gesto di legittima espressione di sovranitá.
Sarebbe bastato farsi garantire dal governo sloveno che dalla sua accettazione - indispensabile per entrare nell'unione europea - dei principî propri dello stato di diritto doveva derivare anche la conseguente accettazione dell'obbligazione risarcitoria verso gl'italiani espropriati, per porre riparo ad una situazione d'oggettiva ingiustizia, contraria alle regole fondamentali d'uno stato di diritto.
L'Italia si guardò bene dal farlo e si guarderá bene dal farlo quando sará il turno della Croazia.
Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammuce u'passato...
Ma perché Napolitano non canta questa bella tarantella anche ad Israele e alle comunitá ebraiche che ancora percepiscono i risarcimenti di guerra?

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