giovedì 20 maggio 2010

13 MAGGIO. NOSTRA SIGNORA DI FATIMA (V)

Le notizie provenienti dalle persone che, sempre piú numerose, avevano accompagnato i tre bambini - e che, pur non potendo scorgere la presenza celestiale, avevano assistito a fenomeni sicuramente soprannaturali - cominciavano a diffondersi e a interessare gli ambienti politici e amministrativi filogovernativi, preoccupati dall'insorgere d'una animazione popolare ch'essi non gradivano e difficilmente avrebbero potuta controllare.
La voce delle apparizioni, le testimonianze dei fatti prodigiosi che ad esse seguivano, l'annuncio d'un imminente miracolo, il tutto accompagnato da un rinnovato fervore religioso tra le genti contadine di quella regione avevano di che inquietare le logge portoghesi.
Inizió a muoversi per prima la stampa.
Il 23 luglio, sul maggior quotidiano liberale di Lisbona "O seculo" apparve un articolo in cui, volutamente ignorando le giá numerose testimonianze sui fenomeni soprannaturali avvenuti durante le apparizioni, s'ipotizzava che il tutto fosse il frutto d'una speculazione commerciale: s'era scoperta una fonte d'acqua ed il clero intendeva trarne profitti economici !
Fu il pretesto per l'intervento dell'amministratore del cantone de Vila Nova de Ourem; corrispondente ad una sorta di prefetto e quindi dotato di ampi poteri, Artur de Oliveira Santos - feroce anticlericale che aveva chiamato i propri figli "Victor Hugo" (poeta romantico e nume tutelare della terza repubblica francese), "Jaurès", (politico francese del socialismo pacifista) e "Democrazia" (dal nome d'una nota meretrice) ed era stato il fondatore della loggia della sua cittá - dispose la convocazione dei tre bambini al municipio di Vila Nova per il giorno 11 agosto.
Lì si recarono, dopo un viaggio di 15 chilometri, fatto a piedi e a dorso d'asino, Lucia, suo padre Antonio e Marto, padre di Francesco e Giacinta.
E qui si svolse, per la prima volta, alla presenza del padre e dello zio, l'interrogatorio di Lucia davanti all'autoritá civile; sia l' "amministratore" sia i suoi sgherri non le risparmiarono promesse e poi minacce al fine di dissuaderla dal ritornare al luogo dell'appuntamento e l'avvertirono che non avrebbero avuto il minimo scrupolo per ottenere ció ch'essi volevano.
Ed il patimento di Lucia, che nel corso dell'interrogatorio aveva tenuto duro mantenendo la calma, aumentava man mano che constatava d'essere stata lasciata "sola" dai propri genitori i quali, anche in quella situazione di pericolo, continuavano a mostrarle ostilitá; diversamente da Marto che aveva fin dall'inizio creduto ai racconti dei due figli e della nipote e ch'era l'unico dei parenti ad esserle vicino.
Giá alla vigilia del 13 agosto migliaia di persone, da tutte le direzioni, erano nel frattempo giunte in prossimitá di Cova de Iria e la mattina di quel fatidico giorno i tre bambini s'erano trovati assediati da una folla di pellegrini.
Ma ad aspettarli a casa dei cuginetti c'era l'amministratore che s'era lì recato fin dalle nove del mattino. Colla scusa che li avrebbe portati lui direttamente al luogo dell'incontro li fece salire nella propria vettura e, dopo essersi recato dal curato del paese per sottoporre Lucia ad un altro interrogatorio nel corso del quale ella continuó a ripetere ció che aveva sempre detto, li sottrasse alle loro famiglie e li portó a Vila Nova.
* * *
A la Cova de Iria s'era radunata nel frattempo una folla valutata tra le diciottomila e le ventimila persone. Venute a piedi, in bicicletta, a dorso di mulo; s'era formata anche una fila di autovetture che aveva causato un intasamento.
Intanto s'era giá sparsa la voce che i bambini erano stati rapiti dall'amministratore. Il brusio che aveva cominciato ad elevarsi dalla folla delusa e preoccupata per l'assenza dei tre pastorelli si placò all'istante al suono di un colpo di tuono, che fece tacere tutti, a cui seguì un lampo. E, immediatamente dopo, si notó una piccola nuvola che, dopo essere planata poco tempo sulla solita quercia, si alzò verso il cielo scomparendo nell'aria.
E un altro fenomeno prodigioso, pur esso fatto oggetto di testimonianze, ebbe a verificarsi. L'apparizione d'un arcobaleno che colorò delle sue tinte i volti, gli abiti delle persone e, addirittura, il disco solare che sembrò, per tutto quel tempo, composto di tanti quadretti iridati; a ció si accompagnò la visione di migliaia di fiori che avevano preso il posto delle foglie degli alberi.
L'appuntamento con Lucia e i suoi due cuginetti era peró rimandato di qualche giorno.
* * *
I bambini rimasero imprigionati diversi giorni. Furono interrogati piú volte separatamente, minacciati, terrorizzati.
Assistette agl'interrogatori anche un medico affinché potesse testimoniare d'un preteso stato d'isteria dei tre veggenti e dimostrare così l' "impostura clericale"; ma nessun referto fu mai prodotto contro questi bambini, evidentemente perché ne fu constatata l' assoluta luciditá mentale.
Durante la loro permanenza nelle celle della prigione, in compagnia di delinquenti comuni, i pastorelli pregarono assiduamente e convinsero all'orazione anche qualcuno dei detenuti.
Fallito il tentativo di piegarne le volontá, l'amministratore fu costretto a rilasciare i tre bambini, anche per le pressioni che stavano montando contro di lui da parte dei parenti e di molte persone che non avevano digerito quell'infame manovra.
Il curato del paese, l'abate Ferreira, il quale s'era sempre mostrato del tutto scettico - anche durante l'ultimo interrogatorio di Lucia subito prima del sequestro - alla notizia di ció che s'era prodotto il 13 agosto pur in assenza di Lucia e dei suoi due cuginetti, si decise a scrivere una lettera pubblica, che apparve sui maggiori quotidiani portoghesi, per dichiarare che "a dire di migliaia di persone, l'assenza dei bambini non ha impedito alla Regina degli Angeli di manifestare il suo potere. Tutti quanti attestano fatti straordinari e fenomeni che hanno radicato la loro fede piú profondamente ancora...".
* * *
Il 19 agosto , una domenica, dopo la messa i tre bambini si diressero verso la Cova de Iria , accompagnati da qualche persona, tra cui Giovanni, fratello di Lucia, per andarvi a recitare il rosario. Arrivati alla localitá detta Valinhos, Nostra Signora apparve. ed ecco il racconto di Lucia:
- Che vuole da me Vostra Grazia ? Le domandai.
- Voglio che voi continuiate ad andare alla Cova de Iria il 13, che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni. L'ultimo mese faró il miracolo affinché tutti credano. Se non vi avessero portati via in cittá, il miracolo avrebbe potuto essere conosciuto. San Giuseppe verrá con il bambino Gesù per dare la pace al mondo. Nostro Signore verrá a benedire il popolo. Verrá anche Nostra Signora del Rosario e Nostra Signora dei Dolori.
- Che volete che faccia del danaro che le persone lasciano alla Cova de Iria ? - chiesi.
- Che si costruiscano due barelle di processione. Tu ne porterai una con Giacinta e due altre bambine vestite di bianco; l'altra sará portata da Francesco con altri tre ragazzi come lui, vestiti d'una tonaca bianca. Sará per la festa di Nostra Signora del Rosario. Ció che resterá servirá come contributo alla costruzione d'una cappella.
- Vorrei domandarvi la guarigione di qualche ammalato - chiesi.
- Sì, ne guariró qualcuno entro l'anno.
"E, assumendo un'aria piú triste, soggiunse:
- Pregate, pregate molto e fate dei sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno in inferno perché non hanno nessuno che si sacrifica e prega per loro.
"E, come d'abitudine, s'alzó in cielo verso oriente ".
Giovanni, fratello di Lucia, che aveva assistito all'apparizione, pur senza vedere la Madre Celeste. testimonió d'aver sentito un colpo di tuono, d'aver udito Lucia gridare "Guarda Giacinta, guarda che la Signora parte !" e d'aver notato come un mutamento della luce solare.
Raccolto un rametto dell'albero di quercia su cui s'era posata e portatolo a casa, si constató ch'esso odorava d'un profumo tanto dolce e sublime quanto sconosciuto.
A seguire.

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