martedì 25 maggio 2010

13 MAGGIO. NOSTRA SIGNORA DI FATIMA (VII) fine

Il 13 ottobre, a mezzogiorno, si erano giá radunate dalle cinquanta alle sessantamila persone alla Cova de Iria.
Nerl corso di tutta la notte precedente e durante l'intera la mattinata era caduta una pioggia sottile ma persistente che aveva ridotto le strade ad un mare di fango.
I tre bambini, nonostante le pressioni incredibili a cui erano stati sottoposti per mesi avevano mantenuto una sufficiente serenitá e si apprestavano a vivere l'ultimo atto della loro meravigliosa storia.
All'una di pomeriggio Lucia, mossa - come lei stessa racconterá - da un impulso interiore, disse alla folla di chiudere gli ombrelli per recitare il rosario.
Nonostante la pioggia, l'ordine fu eseguito; questo popolo confuso ma compatto chiuse gli ombrelli scoprendosi alla vista, quasi in un gesto di reverenza e d'umiltá; molti s'inginocchiarono nel fango per recitare le preghiere.

Erano quasi le 13 e 30 quando, ad un tratto, Lucia guardando ad oriente si rivolse a Giacinta dicendole "Oh Giacinta ! Mettiti in ginocchio ! Nostra Signora sta arrivando ! Ho giá visto il lampo !".
Fu allora che Lucia cadde come in estasi.
"Il viso della bambina - racconta un testimone - divenne man mano piú bello e assunse una tinta rosa mentre le sue labbre si fecero piú sottili".
Giacinta allora, di fronte al mutismo della cugina, le rifilò una gomitata e le disse "Parla Lucia, Nostra Signora é giá lá".
Lucia ritornò allora in sé stessa, respirò profondamente due volte e si rivolse alla Signora.
(L) - Che vuole da me Vostra Grazia ?
- Voglio dirti che si costruisca qui una cappella in mio onore. Io sono Nostra Signora del Rosario. Che si continui a recitare il rosario ogni giorno. La guerra sta per finire e i soldati rientreranno presto a casa loro.
(L) - Avevo molte cose da domandarVi: di guarire qualche malato, di convertire qualche peccatore...
- Qualcuno sì, altri no. Occorre che si correggano, che domandino perdono dei loro peccati.
E, assumendo un'aria piú triste aggiunge:
- Che non s'offenda piú Dio, Nostro Signore, poiché Egli é giá troppo offeso !
(L) - Volete nient'altro da me ?
- No, non desidero altro da te.
(L) - Allora neanch'io domando piú niente.
Come era giá successo il mese precedente, la folla poté vedere per tre volte una piccola nube formarsi attorno all'alberello dell'apparizione, elevarsi e poi scomparire.
Quando poi la Signora inizió ad elevarsi in cielo, Lucia, come aveva giá fatto nelle altre occasioni, gridò: "Se ne va! Se ne va!" e poi gridò ancora "Guardate il sole !" .
Fu proprio in quel momento che la folla poté contemplare lo spettacolo inaudito della "danza del sole".

LA DANZA DEL SOLE
La pioggia era di colpo cessata, le nuvole s'erano improvvisamente disperse ed il cielo s'era fatto chiaro. Il tutto in pochissimi secondi e al di fuori d'ogni normale avvicendamento atmosferico.
Lasciamo parlare i testimoni:
" Si poteva guardare perfettamente il sole senza sentir male agli occhi...Sembrava che ad intermittenza si spegnesse e si riaccendesse. Lanciava dei fasci di luce da una parte e dall'altra dipingendo di differenti colori gli alberi, le persone, il suolo, l'aria. Tutti stavano immobili, tacevano...tutti guardavano il cielo..... Ad un certo momento il sole si mise a tremare, a scuotersi con dei movimenti bruschi, poi a girare su sè stesso a una velocitá vertiginosa...e poi sembró avvicinarsi come se fosse arrivato all'altezza delle nuvole e si rimise a girare su sè stesso come una ruota dei fuochi d'artificio per parecchi minuti, talora arrestandosi".
E proprio in quest'ultima fase della "danza", quando l'astro sembrò precipitare sulla terra, si verificarono generali scene di panico, urla e pianti ma s'assistette anche alla recita di atti di contrizione e d'invocazione di grazia e d'aiuto celeste.
Questa la sintesi di migliaia di deposizioni, tutte coerenti fra loro, tutte attestanti quell'avvenimento incredibile nei suoi particolari piú importanti : la luce intensa ma non abbagliante del sole, il volteggiare della sfera su sè stessa, il suo zigzagare e il suo precipitare verso la terra e la durata di una decina di minuti dell'intero miracolo.
Ed, in piú, un ultimo fatto stupefacente: tutte le persone, nella stragrande maggioranza bagnati fino alle ossa per la pioggia insistente constatarono, con piacevole sorpresa, che tutti gli abiti erano divenuti asciutti.
Il prodigio del sole fu anche visto a distanza, dunque non soltanto fra coloro ch'erano presenti sul luogo dell'apparizione.
In alcuni villaggi posti fra i quattro e i quaranta chilometri da Fatima numerose persone testimoniarono d'aver assistito allo stesso prodigio visto e descritto dai pellegrini.
Anche in quei luoghi si verificarono scene collettive di panico nel momento in cui il sole sembrò precipitare sulla terra.

Meritano una menzione tra quelle, innumerevoli, immediatamente rilasciate dopo i prodigi, due testimonianze rese da non credenti; la prima di Avelino de Almeida, il redattore capo del quotidiano, liberale, massonico e anticlericale "O Seculo".
Sfidando l'ira di tutta la stampa anticlericale, questo giornalista agnostico e positivista ebbe l'onestá d'ammettere d'aver assistito a quel fenomeno inspiegabile:
"Cosa ho visto sulla landa di Fatima che fu veramente piú strano ancora ? La pioggia cessar di cadere, la spessa massa di nuvole dissiparsi; e il sole - disco d'argento senza bagliore - apparire in pieno zenit e mettersi a danzare in un movimento violento e convulsivo, che un gran numero di testimoni paragonava ad una danza serpentina ... Miracolo, come gridava il popolo? Fenomeno naturale, come dicono i sapienti? Per ora non mi preoccupo di saperlo, ma solamente d'affermare che IO L'HO VISTO...il resto é affare tra la scienza e la Chiesa".
La seconda é del Barone di Alvaiazere, anch'egli un non credente:
"Venuto a Fatima per pura distrazione, considerando solo uno scherzo tutto ció che avevo sentito sulle apparizioni, vi incontrai numerosi amici. Mi misi a commentare davanti a loro gli avvenimenti con un tono talmente ironico da indisporre diversi tra loro che la pensavano diversamente.
Mi preparai così a ben conservare tutta la mia libertá di spirito qualsiasi cosa succedesse, ben sapendo che l'individuo in una collettivitá non puó sfuggire alla corrente ipnotica che lo domina. Così prevenuto assistetti al fenomeno solare"
terminato il quale egli gridò: "Credo ! Credo ! Credo ! Ero meravigliato - dichiara - estasiato davanti a questa manifestazione della potenza divina ".

Durante i dieci minuti in cui la folla poté contemplare il grandioso miracolo cosmico, i tre veggenti godettero d'uno spettacolo ancor piú bello: La Vergine realizzava le promesse del 19 agosto e del 13 settembre. Fu dato loro e solo a loro d'ammirare, in pieno cielo, tre visioni successive: quella della Santa Famiglia, con Giuseppe e il Bambino Gesù con Nostra Signora, quella di Nostra Signora dei Dolori e quella di Nostra Signora del Carmelo.

ALLUCINAZIONE COLLETTIVA ?
Nell''opera di Gustave le Bon "Psicologia delle folle", edito nel 1896, si sostiene la tesi che nel momento in cui le persone si trovano insieme esse sragionano completamente, divengono incapaci di una lucida osservazione e la loro testimonianza perde ogni credibilitá.
"Ciò che la folla crede d'osservare - si legge - non é altro che la semplice illusione d'un individuo che, attraverso la via del contagio, ha suggestionato gli altri".
In circa dieci pagine, che costituiscono la fonte privilegiata del mito della "scientificitá" del fenomeno dell' "allucinazione collettiva", si fa riferimento ad un solo episodio, divenuto poi un classico della letteratura scientifica sull'argomento: la vicenda della fregata "Belle Poule".
Questa nave si trovava in mare per ritrovare una corvetta dispersa, "le Berceau" di cui aveva perso i contatti a seguito d'un violento uragano.
I marinai della "Belle Poule" erano tutti sul ponte, in piena esposizione solare.
Ad un tratto la vedetta avvista un'imbarcazione alla deriva; l'equipaggio dirige allora i suoi sguardi verso il punto segnalato e tutti ritengono di vedere chiaramente una zattera piena d'uomini rimorchiata da altre imbarcazioni sulle quali sventolavano dei segnali di pericolo.
Armata una scialuppa ed avvicinatasi al punto indicato ci si accorse che si trattava semplicente di alcuni rami coperti di foglie che provenivano dalla vicina zona costiera.
"In quest'esempio - afferma Le Bon - si puó ben comprendere chiaramente il meccanismo dell'allucinazione collettiva così come abbiamo spiegato".
Il prof. Ellenberger (nella sua opera, "Psicosi collettive", pubblicata nella Enciclopedia medico chirurgica, 1967) ha smontato pezzo per pezzo il mito della pretesa scientificitá dell'allucinazione collettiva, dimostrando come Le Bon avesse omesso di considerare una serie di dati fondamentali nell'economia del giudizio.
In primo luogo l'equipaggio, spossato dalla febbre e dalla malaria, si trovava in uno stato di grande esaurimento fisico. I marinai erano inoltre angosciati dall'idea che i loro compagni dell'altra imbarcazione fossero morti, inghiottiti dal mare. Da un mese che giá durava la ricerca, i marinai vivevano in uno stato di perenne ansietá e il pensiero dei compagni dispersi aveva assunto la forma d'una vera e propria ossessione. L'aria calda ondeggiava all'orizzonte e le correnti marine avevano in realtá portato alla deriva una vera e propria massa d'alberi e non (come aveva riferito Le Bon) "qualche ramo" ! Infine, la vedetta avendo percepito sotto un riflesso solare quasi accecante degli oggetti di cui non aveva identificato la natura, aveva gridato "Natante alla deriva !". E fu questo il punto di partenza dell'illusione ottica, facilmente comprensibile e che si diffuse poco a poco in tutto l'equipaggio.
Che si parli di "miraggio" o di "allucinazione collettiva" ben poco dunque importa purchè si precisino le cause che hanno provocato l'errore: "L'esaurimento fisico, la depressione mentale, la preoccupazione dominante che aveva assunto dopo un mese la forma d'un'idea fissa, infine dei fattori sensoriali idonei a favorire la creazione d'una illusione" (Ellenberger).
Nessuna di queste condizioni mai si verificò a Fatima.
Le centinaia, e poi migliaia e poi decine di migliaia di persone che si radunarono alla Cova de Iria non erano affette da esaurimento mentale o fisico; non erano febbricitanti od angosciate o sottoposte ad una calura asfissiante; ció che videro non fu la distorsione di qualche oggetto, realmente presente ma erroneamente percepito; non vi furono persone - come la vedetta della "Belle Poule"- che annunciarono un fatto capace, per contagio, di apparire come realmente sussistente agli altri; tantissime persone credenti le quali speravano ardentemente di vedere qualche fenomeno soprannaturale nulla percepirono allorché tanti perplessi o addirittura atei e comunque poco propensi all'autosuggestione furono testimoni dei miracoli.
E come dimenticare che, a distanza di decine di chilometri dai luoghi delle apparizioni, altre centinaia di persone, che stavano attendendo alle loro normali occupazioni, testimoniarono il prodigio solare ? Ció che, all'evidenza, smentisce senz'appello l'ipotesi dell'allucinazione collettiva per suggestione.

Nel 1917 nostra Signora di Fatima é entrata nella Storia denunciando anticipatamente gli errori che il comunismo avrebbe sparso per il mondo intero.
Questi errori sono sotto gli occhi di tutti.
La cacciata della dottrina cristiana dalla societá e la indotta ateizzazione dei popoli, la propaganda anticattolica e la concezione materialista dei rapporti umani e sociali non sono stati sepolti dalle macerie del muro di Berlino.
Le societá occidentali, dopo aver resistito alla pressione marxista, davanti allo scampato pericolo di supremazia del modello collettivista - e constatata la vittoria (per ritiro dell'avversario) del loro giá stantio modello economico liberale - hanno abbandonato ogni minima difesa culturale e religiosa e si sono così imbevute dei peggiori concetti con cui la propaganda giacobina prima e quella comunista dopo hanno avvelenato l'umanitá.
Uguaglianza e libertá, concetti coi quali i peggiori tiranni si sono riempita la bocca, oggi sono le parole d'ordine della nuova Europa uscita dal trattato di Lisbona.
E che hanno contaminato il mondo europeo che proprio facendo a meno di quelle astrazioni ideologiche s'era costruito per secoli un tessuto sociale ed economico che aveva permesso uno sviluppo armonioso di civiltá, progresso e tradizione.
Ora é tutto morto ed i cadaveri si contano sulle strade.
Ma sono cadaveri viventi, in buona salute fisica; parlano al telefonino ma non s'accorgono d'essere morti.
Guardano la tivu ma non s'accorgono d'essere morti.
Si guardano allo specchio, abbronzati e vestiti all'ultima moda ma non s'accorgono d'essere morti.
Sono tolleranti e democratici ma non s'accorgono d'essere morti.
La Signora di Fatima é entrata nella Storia ma la memoria dell'uomo europeo si fissa ormai solo su ció che ha appena fatto o deve fare o consumare nelle due successive ore.
E così facendo brancola nel buio, proprio mentre pensa sorridendo che i led del suo computer o del suo cellulare siano la sola luce da seguire.
Ma proprio per questo c'é da sperare.
Perché quando una civiltà o una nazione sono al culmine della potenza non potranno che discendere, mentre dal punto piú basso dell'abisso piú oscuro non si potrá che risalire.
Ed in questa lenta ma inesorabile risalita ci saranno uomini capaci di vedere nell'oscuritá, di riconoscere il cammino anche se sprofondati nel buio piú nero.
Grazie anche alla Luce di Fatima.

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