giovedì 11 febbraio 2010

IL GIORNO DEL RICORDO

Il comunista presidente della repubblichetta italianicchia Napolitano ha chiesto, nella "Giornata del Ricordo", che il dramma degl'istriani e dei giuliano dalmati sia "acquisito come patrimonio comune nelle nuove (?) Slovenia e Croazia che con l'Italia s'incontrano nell'Unione Europea".
E' la solita filastrocca della memoria condivisa, buona per gli allocchi.
Slovenia e Croazia dovrebbero quindi fare un "mea culpa" e piangere con noi le vittime italiane della furia slavo-comunista?
C'é da dubitare che, spontaneamente, lo faranno, le "nuove" Slovenia e Croazia.
Ma quel che piú fa irritare é il solito ritornello, quello della "memoria condivisa" : la piú nauseante, ipocrita, farisaica messa in scena che sia stata inventata da vent'anni a questa parte.
Quella che ci viene ammannita ad ogni anniversario della "liberazione" che, si cinguetta da destra e manca, dovrebbe essere vissuta da tutti gl'italiani come "storia condivisa".
Un par di palle.
Non c'è proprio nulla da condividere con chi, dopo la fine della guerra, ha dato la caccia ai vinti, e colla scusa dell'antifascismo s'é costruito carriere professionali, politiche, giornalistiche, universitarie; con chi, col pretesto dell'arco costituzionale, s'é arricchito e s'é fatto la casa al mare.
Non c'é proprio nulla da condividere, nè cogli antifascisti di ieri nè, tantomeno, coi neoantifascisti di oggi; coloro che, per farsi perdonare i peccatucci di gioventú, hanno scaracciato sul piatto dove hanno mangiato.
Ma non perché in me ristagni odio e volontá revanscistica "neofascista". Credetemi, non c'é n'é piú neppure una stilla chè il mio odio l'ho giá ampiamente trasudato da un pezzo.
La questione é un'altra; nel loro approccio totalizzante liberal-progressista lorsignori credono di poter ridurre la memoria d'ognuno ad una marmellata plasmabile, quasi come fosse un mac-burger; credono che la coscienza - di chi ce l'ha veramente - sia corruttibile, evidentemente perché loro la coscienza, non avendola, non sanno cosa sia.
E s'illudono di poter trovare un minimo comun denominatore che metta a posto tutti e sistemi le cicatrici non ancora rimarginate del dopo-guerra allo stesso modo in cui si sistema, magari con un bell'accomodamento transattivo, una pratica dell'inps in tribunale.
Sbagliato bellezze.
E sapete perché ? Perché LA STORIA NON ESISTE. Esistono LE STORIE : le storie dei tedeschi, degl'inglesi, dei russi, degli americani, dei fascisti e anche dei partigiani, d'ogni singolo soldato, intendetemi, (attenzione ho detto soldato, non bandito), ciascuno portatore della sua verità, della sua dignitá, delle sue tragedie, dei suoi sogni; irriducibili ad un'entitá condivisibile.
Ed allora ognuno celebri - senza offendere le commemorazioni e i dolori altrui - i propri morti, le proprie storie nel rispetto di chi, anche su barrricate diverse, ha combattuto e pagato col proprio sangue.
Loro, anche i nemici dei Miei, se han veramente rischiato la pelle, son disposto a rispettarli; peró non a concelebrarli, a partecipare con i Loro a comuni cerimonie, sia chiaro.
Evitiamo di cantare, come in un coro di checche patetiche, una filastrocca che non esiste.
Ed è con questo spirito che bisogna leggere e meditare le dichiarazioni dell'ex comunista pentito ma non troppo Napolitano, per non lasciarsi fuorviare dalle parole di circostanza.
La Slovenia e la Croazia non vogliono porgere delle scuse, assumersi delle responsabilitá, accordare delle riparazioni? Non le biasimo, ognuno persegue i propri interessi.
La colpa non é la loro ma é nostra, della nostra classe politica di vili e insipienti.
Quando la Slovenia chiese - e di poi ottenne - l'adesione all'Unione Europea perché la nostra classe politica non pretese, quale condizione per il suo ingresso, una forma di indennizzo per i nostri esuli? Gli assassinii e le violenze non potevano piú essere risarciti, ma l'espropriazioni che gl'italiani avevano subito, costretti a fuggire dal timore d'essere sterminati, quelle si.
Ma l'italietta badogliana e verminosa non aveva il fegato di farlo perché richiederlo avrebbe potuto apparire come una forma di "revisionismo", fardello politicamente insopportabile per gl' "ini" di turno (da Frattini a Fini succedutisi alla Farnesina in quel 2004).
Resta la Croazia, in procinto d'aderire all'Unione.
L'italietta ha un'ultima occasione per esprimere un sussulto di dignitá internazionale e diventare, lei, "nuova"; voglio illudermi: pretendere, quale condizione del proprio assenso all'ingresso dello stato slavo - assenso indispensabile poiché le nuove adesioni debbono essere accettate all'unanimitá - il risarcimento alle famiglie derubate dei propri beni dopo l'esodo.
Pensate che non sia possibile ? Tutto il contrario.
Basterebbe a tempo debito, cioé da ora, farsi garantire dal governo di Zagabria che dalla sua accettazione - indispensabile - dei principî propri dello stato di diritto deriva anche la conseguente accettazione dell'obbligazione risarcitoria verso gl'italiani espropriati, per porre riparo ad una situazione d'oggettiva ingiustizia, contraria alle regole fondamentali d'uno stato di diritto.
La diplomazia e la politica a questo servono.
Solo così la "Giornata del ricordo", oggi misero palliativo per riparare mezzo secolo di vigliaccherie, potrá divenire un'occasione di riscatto. Non solo per i giuliano dalmati traditi dall'italietta badogliana ma per tutti gl'Italiani veri.

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