lunedì 1 febbraio 2010

RIFLESSIONI SUL MARTINI-PENSIERO

Leggo a pagina 13 del Corriere della Sera di domenica 31 gennaio, nella rubrica "lettere al cardinal Martini" un'affermazione, uscita dalla bocca dell'alto prelato, che lascia di stucco.
Richiesto di fornire la propria idea, e l'eventuale soluzione, all'attuale crisi di vocazioni, allo svuotamento delle chiese, alla crescita del numero di bimbi non battezzati, alla diminuzione della frequentazione del catechismo e del calo dei matrimoni religiosi, il cardinal Martini risponde testualmente "Quelli che vengono in chiesa oggi (anche se sono una minoranza) lo fanno con molta piú convinzione e scelta di quanto non venisse nel passato, quando il rispetto per la tradizione e la paura di essere diversi potevano favorire l'ipocrisia e una conformitá puramente esteriore".
C'é da rimanere allibiti.
Dunque i nostri padri, i nostri nonni, le nostre antiche famiglie frequentavano le chiese in un'atmosfera di generale ipocrisia nel timore di ricever biasimo ed essere puntati a dito come "diversi".
Da ció dovrebbe allora derivare, come conseguenza ineludibile della premessa, che anche l'idee dell'indissolubilitá del vincolo matrimoniale, del rifiuto dell'aborto, della famiglia come nucleo essenziale della societá, anche se osservate nella prassi, altro non erano se non il frutto di quella generale tendenza all'ipocrisia ed anzi erano ipocrite e false esse stesse, effetto di quegli stessi pretesi condizionamenti socio-culturali.
Oggi invece le chiese sono frequentate da minoranze (magari "illuminate", giusto cardinale Martini ?) che hanno colto ció che maggioranze (naturalmente ignoranti ed ipocrite) non erano riuscite ad afferrare per 1900 anni !
Non per niente il nostro afferma che "...se guardo alla storia della Chiesa dei secoli passati, ringrazio Dio che mi ha fatto vivere questo tempo ! "
E gli effetti di questo miglioramento "qualitativo", di questo "tempo" di vera, profonda e consapevole scelta sono sotto gli occhi di tutti.
Gioventú schiacciata dalla droga e dall'ignoranza, sterminio di milioni d'innocenti abortiti, caduta d'ogni freno, morale e naturale, al soddisfacimento dei propri bisogni, sbriciolamento d'ogni forma di solidarietá sociale e primato del profitto senza etica e senza merito, perdita d'ogni punto di riferimento, uso generalizzato della menzogna, crollo d'ogni parametro di bellezza e di giustizia.
Ha ragione il Cardinale. Le maggioranze di ieri erano meno convinte delle minoranze di oggi.
Un tempo, quando un sacerdote svolgeva il proprio vero compito, cioé faceva catechesi e spiegava la Dottrina, quelle famiglie, quei ragazzi, quei vecchi e quelle vecchie, quei fedeli si recavano numerosi alla messa domenicale perché erano costretti dal retaggio, ch'essi avevano nel sangue, di secoli e secoli d'oscurantismo clericale.
E con loro anche i milioni ( 27, dicansi ventisette per la precisione) di cattolici che ovviamente per ipocrisia, per timore, per conformismo sociale affollarono negli anni cinquanta le strade, le chiese, le piazze di tutta Italia per assistere al pellegrinaggio della Madonna di Fatima.
Quello straordinario rinnovamento spirituale, quella messe di conversioni che furono suscitate dalla Peregrinatio Mariae furono dunque il frutto di un atteggiamento esteriore, di un'apparenza di sentimento, den diversi dalla "convinzione" e dalla "scelta" che oggi animano il nuovo mondo dei fedeli.
Alla massa incolta e "inconsapevole" che s'inginocchiava davanti all'immagine sacra, certo mossa anche da timore (ma che derivava questo dal rispetto verso chi era alto ed inconoscibile) oggi s'é sostituita una minoranza colta e consapevole che s'é affrancata dai vincoli farisaici del dovere sociale e dalle ipoteche d'un fanatismo di stampo crociato, abbeverandosi alla fonte d'una religione che promette benefici e risparmia i castighi, che non parla di bene e di male, che offre a basso costo la salvezza a tutti e che non osa pronunciare le parole "dannazione eterna" per non terrorizzare questi neofedeli dallo stomaco debole.
Del resto non é giusto spaventarli colla minaccia d'un male irrimediabile perché così li si indurrebbe ad una scelta "non consapevole", ipocrita, vittima di quella sorta di ricatto che é "il rispetto della tradizione" !
Lasciamoli allora dialogare col neosacerdote davanti a quella bella "tavolata" e magari sentiamo cosa ci propongono le altre fedi che, in quanto tutte capaci d'indicare parallele vie di salvezza, appaiono meritevoli di approfondimento ed interesse.
* * *
Finte, infingarde, apparenti, esteriori sono state dunque le professioni di fede dei cristiani del tempo passato ? Ed é su queste falsitá che si é costruita la Chiesa? La civiltá europea e le sue istituzioni, giuridiche e sociali, tributarie della dottrina e della prassi cristiane ma di cui tutto il mondo é a sua volta debitore, sono dunque il frutto d'una grande illusione?
Evidentemente no.
Peró sono queste le conclusioni, paradossali ma inevitabili, a cui si giunge partendo dalle affermazioni del cardinale Martini. E dalle quali traspare una spaventosa presa di distanza, assai prossima all'odio - il tutto sapientemente dissimulato - verso tutto ció che é stato "prima"; prima che il fedele si rigenerasse, "risvegliando" la propria consapevolezza, abbandonando i ricatti del passato, affrancandosi dalla conformitá e da un timore quasi superstizioso.
Non sentite puzza di massoneria ?

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